Il primo fabbricante di mostri di tutti i tempi: Willis O’ Brien, universalmente ricordato come il “padre” di King Kong (si parla, ovviamente, del film del 1933).
In realtà, O’Brien si era già messo in mostra nel 1925 con “The lost world” (Il mondo perduto), tratto da un romanzo di Sir Arthur Conan Doyle (nulla a che vedere con Spielberg e Crichton, dinosauri a parte).
O’Brien inventò la nota tecnica chiamata “stop-motion”: si costruisce un pupazzo snodabile (scheletro d’acciaio e rivestimento di lattice) dopodichè lo si muove impercettibilmente e si scatta un fotogramma, e così via, tenendo presente che la pellicola viaggia a 24 fotogrammi al secondo... Ma O’Brien si servì anche di un’altra tecnica che avrebbe avuto vita lunghissima fino all’avvento del computer: il “matte-shot”, in seguito perfezionato da John P. Fulton per “L’uomo invisibile”.
Con tale tecnica fu possibile sovrapporre gli attori ai modellini dei dinosauri precedentemente ripresi in “stop-motion”.
Oltre a queste preziosissime tecniche, Willis O’Brien ci ha regalato anche un
brillante erede: Ray Harryhausen.

Filmografia

1925: Il mondo perduto
1933: King Kong
1934: Il figlio di King Kong
1949: Il re dell’Africa (Oscar per gli effetti)
1956: Il mondo è meraviglioso
1957: Lo scorpione nero
1962: Questo pazzo, pazzo, pazzo mondo


 
Nota: per spiegare esaurientemente la tecnica del "matte-shot", ho pensato bene di aggiungere queste immagini con le didascalie. E sempre perché il concetto fosse chiaro e comprensibile, sono stato costretto ad utilizzare immagini tratte da un film decisamente più recente, nella fattispecie "The Empire strikes back", secondo capitolo della trilogia classica di "Star Wars" (o quinto episodio della saga completa... comunque ci siamo capiti, spero).
Il primo passo consiste nel riprendere il soggetto contro un fondale neutro.


 
Dal negativo si ricavano un "mascherino"










 
e un "contro-mascherino".










 
Viene poi ripreso lo sfondo coprendo la pellicola con il “mascherino”, in modo da non impressionare le parti dove apparirà il soggetto,









 
che viene inserito con l’utilizzo del “contro-mascherino” che va a coprire la parte già impressionata con lo sfondo.









 
Come risultato abbiamo il soggetto perfettamente inserito nello sfondo.









 







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