NAUFRAGHI
DELLO SPAZIO |
Creata dal
produttore Irwin Allen, “Lost in space” dà l’impressione di essere
l’ultimo esempio di quella “space opera” televisiva e cinematografica a
cavallo tra gli anni ’50 e ’60, con le tute luccicanti, i disintegratori,
i robot che sembravano giganteschi elettrodomestici e cose del genere:
“Star Trek” sarebbe arrivato un anno dopo e tutto sarebbe cambiato. |
In questo adattamento futuribile ambientato nel 1997
(che in quel momento sembrava lontanissimo) viene organizzata una missione
spaziale verso Alfa Centauri, alla ricerca di un nuovo pianeta da
colonizzare. Viene approntata l’astronave “Jupiter 2” e il comando della missione viene affidato al prof. John Robinson. Nel ruolo del prof. Robinson l’attore Guy Williams (che era di origini italiane: vero nome Armando Catalano...), il quale alcuni anni prima aveva interpretato il ruolo che lo aveva consegnato alla storia della TV, ovvero quello di Zorro nell’omonima serie della Disney (e per molti è rimasto lo “Zorro” per antonomasia, alla faccia di Tyrone Power e Antonio Banderas...). Il resto dell’equipaggio è formato dalla famiglia del professore: sua moglie |
Maureen (June Lockhart), e i tre figli Judy (Marta
Kristen), Penny (Angela Cartwright) e Will (Bill Mumy). A completare la squadra il maggiore Don West (Mark Goddard), pilota del “Jupiter 2” che lascia intravedere una blanda attrazione (ricambiata) per Judy Robinson, e un enorme robot, creato dagli stessi tecnici che avevano realizzato il celebre “Robby” del film “Il pianeta proibito”. Al momento di partire un sabotatore, il dr. Zachary Smith (Jonathan Harris, che per la cronaca era apparso anche lui in alcuni episodi di “Zorro”) programma il robot perché distrugga il Jupiter 2 durante il viaggio: ma qualcosa va storto, e il sabotatore rimane bloccato sull’astronave in viaggio, che non va distrutta ma precipita su un pianeta sconosciuto. |
Di qui lo
spunto per tutta una serie di avventure tra strani pianeti, creature
mostruose, alieni e tutto quanto si poteva trovare in una serie senza
troppe pretese di serietà o di verosimiglianza. |
personaggi di Will, del dottor Smith e del robot, e
sui loro contrasti. Vi fu comunque anche uno spunto preso da “Star Trek”:
infatti, mentre durante le prime due stagioni si assisteva alle avventure
della famiglia Robinson alle prese con i pericoli del pianeta sconosciuto,
durante la terza il “Jupiter 2” riusciva a ripartire e in ogni episodio
scendeva su di un nuovo pianeta, cercando ogni volta di raggiungere o la
Terra o Alpha Centauri. Va fatta una menzione particolare per le musiche: con notevole fiuto, Irwin Allen si era affidato ad un compositore dal futuro luminoso: John Williams, futuro musicista di fiducia di George Lucas e Steven Spielberg. In ogni caso, “Lost in space” ebbe sempre un ottimo successo di pubblico, piaceva a grandi e piccoli, al contrario di “Star Trek” che |
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invece ebbe sempre dei problemi di audience (e a
pensarci oggi sembra incredibile...). Nonostante il successo, la serie venne soppressa dopo il terzo ciclo, e i motivi restano tutt’ora poco chiari: si parla di motivi di budget, di disamoramento degli attori e dei produttori per la serie, o di ascolti che comunque iniziavano a calare. Nel 1998 è stato realizzato un vero e proprio revival cinematografico del film, con un cast notevole: William Hurt (prof. Robinson), Gary Oldman (dr. Smith), e in più alcuni cameo di Mark Goddard , June Lockhart, Marta Kristen e Angela Cartwright. Il risultato è abbastanza scontato: tanti effetti speciali più moderni, ma lo spirito e la magia della serie erano |
irrimediabilmente persi. |
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4) There Were Giants in the
Earth (C’erano i giganti sulla Terra) |
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15) Return from Outer Space
(Ritorno dallo spazio esterno) |
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26) All That Glitters (Ciò che
luccica) Seconda serie |
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34) Space Circus (Circo
spaziale) |
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45) The Girl From the Green
Dimension (La ragazza dalla dimensione verde) |
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55) Trip Through the Robot
(Viaggio attraverso il robot) Terza serie |
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63) Hunter's Moon (La luna del
cacciatore) |
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74) The Anti-Matter Man (L’uomo
anti-materia) |
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